
Il diamante lavorato è sottoposto a un’accurata analisi gemmologica, in seguito alla quale gli è assegnata l’esatta qualificazione che ne determina il suo valore commerciale.
Le caratteristiche principali analizzate sono 4: il colore, la purezza, il taglio e il peso, ovvero le cosiddette “4C” (Color, Clarity, Cut, Carat). Per determinare la qualità del diamante c’è ulteriore caratteristica importante: la fluorescenza. Spesso descritta come un pregio, la fluorescenza in realtà, se “strong” o “very strong”, abbassa il valore commerciale del diamante.
Di seguito le caratteristiche che un diamante dovrebbe avere per esser definito da investimento:
Color, il colore: scegliere gradazioni di colore tra D e H
Per chi sceglie di investire in diamanti il suggerimento migliore è di acquistare pietre con gradazioni di colore alte (bianco/incolore), per cui il mercato é più sicuro e meno sottoposto a oscillazioni.
Clarity, la purezza: “IF”, “VVSI”, “VVS2”, “VS1” e “VS2”
Di ottima qualità e valore indiscusso sono i diamanti classificati come IF, VVSI, VVS2, VS1 e VS2.
Cut, il taglio: meglio quello a “brillante”
Le fogge del taglio di vario tipo sono legate al trend del momento e al mercato.
Per l’investimento il taglio più consigliato è rotondo brillante con 58 faccette.
La precisione del taglio è fattore determinante nella valutazione della pietra.
Carat, la caratura:
Il valore di un diamante non aumenta proporzionalmente all'aumentare del peso ma segue una curva esponenziale. In un diamante di altissima qualificazione, minime frazioni di peso possono influire sensibilmente sul suo valore. Per chi vuole investire in diamanti, il suggerimento è di scegliere pietre con carature oscillanti tra 0,50 e 3,00 carati, per ottenere facilmente un eventuale disinvestimento.
Diamanti da investimento
